Giada Gibilaro | Salviamo la Grecia? Crowfunding!!
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Salviamo la Grecia? Crowfunding!!

07 Lug Salviamo la Grecia? Crowfunding!!

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La notizia della crisi greca è all’ordine del giorno, o per meglio dire del secondo, di ogni mass media e di ogni conversazione. Siamo divenuti tutti un po’ economisti, esprimendo le nostre ricette anti/pro Grexit. Con poche battute, risolviamo grandi tematiche a cui né Keynes né Sylos Labini sarebbero riusciti a dare una risposta. Ci dividiamo in difensori della democrazia di Tsipras e sostenitori dell’austerity della Merkel. Affrontiamo con aria molto impegnata il quesito “Europa si o no?”. Quello che, però, in questa situazione a me ha colpito positivamente, attirando la mia attenzione, è senz’altro il popolo del web, che attraverso l’iniziativa di un ventinovenne calzolaio inglese, Thom Feeney, ha lanciato un’operazione di crowfunding a favore della Grecia.

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Migliaia di “semplici” europei hanno fatto la propria donazione a favore dei greci sulla piattaforma Indiegogo. In sette giorni di durata complessiva della campagna si sono raccolti quasi due milioni di euro. Certo si è ben lontani dai 1, 6 miliardi di euro che il Paese deve al FMI, ma comunque si è avuto è un segnale forte di come la rete, se ben gestita, possa davvero tramutarsi in uno strumento democratico che va al di là del linguaggio della politica classica e al di là delle singole logiche nazionali e nazionaliste.

Come in ogni campagna di raccolta fondi, gli organizzatori hanno offerto alcuni premi ai donatori, da dare in caso di raggiungimento della cifra. Con 3 euro si poteva  ricevere a casa una cartolina di Tsipras, con 6 euro una porzione di feta e un’insalata di olive (sebbene non sia chiaro come facessero ad arrivare fresche in tavola), con 10 euro una bottiglia di Ouzo e con 25 euro una bottiglia di vino greco.

Secondo le stime di Feeney, se ogni europeo donasse 3 euro, la Grecia sarebbe salva.

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Questa storia mi porta a fare un’analisi di cosa sia il crowfunding, per i meno esperti.

Normalmente è uno strumento utilizzato per finanziare idee di impresa. E’ una raccolta fondi di tipo social. Gli elementi del processo sono: lo scambio di informazioni su delle idee imprenditoriali, la donazione di denaro da parte di chiunque voglia sostenere con qualsiasi importo un determinato progetto.

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L’elemento innovativo del crowfuding è senza dubbio l’uso dei social per coinvolgere, emozionare e informare il più ampio pubblico possibile. Si possono finanziare imprenditori, artisti, designers, prodotti, musicisti, etc. Le piattaforme di crowfunding, normalmente si alimentano attraverso una percentuale che viene trattenuta dalla cifra devoluta al progetto a cui voler contribuire.

Gli imprenditori o le persone alla ricerca di un supporto tramite crowdfunding possono offrire delle ricompense (rewards) alle persone che hanno effettuato un investimento nella loro idea, secondo diverse modalità, come ad esempio l’invio di gadget, l’organizzazione di incontri con l’imprenditore.

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La crescente difficoltà di accesso al credito da parte delle PMI, ha, inoltre, contribuito allo sviluppo di un nuovo modello, l’equity crowdfunding, cioè quella tipologia di crowdfunding in cui gli investitori entrano nel capitale sociale (“equity”) di una società, condividendo in tal modo il “rischio d’impresa” con il socio o i soci già esistenti. Tramite l’investimento si acquisisce un vero e proprio titolo di partecipazione nella società ed i relativi diritti amministrativi e patrimoniali che ne derivano, ivi compresi eventuali dividendi futuri o realizzo di plusvalenze a seguito della cessione della partecipazione.

Tra le piattaforme più note: l’italiana Eppela, IndieGoGo, la famosissima Kickstarter, RocketHub, BoomStarter, SellaBand, Crowdcube, Zidisha, Start Some Good, etc…

Comunque, io i 3 euro per la Grecia li ho donati. E sebbene sappia che forse non riceverò mai la cartolina di Tsipras, mi aspetto che prevalga un po’ di buon senso a livello europeo. E voi?

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