02 Feb Piacere, sono l’hashtag
#Secondo #voi #è #giusto #riempire #un #testo #di #hashtag? Sebbene siamo portati a “sovra utilizzarli”, la risposta è un NO categorico.
L’hastag dovrebbe servire per individuare delle parole chiave, definendo una categorizzazione sui social media. Il loro uso, dovrebbe essere davvero importante per dare visibilità a ciò che desideriamo promuovere.
Vediamo qual è l’effetto “cancelletto” sui vari social più usati.
Twitter è stato il padre degli #, il mezzo che li ha creati. Si è visto che inserire degli hashtag raddoppia l’engagement. Ma una recente ricerca di Buddy Media ha dimostrato che se si usa più di un “#” in un singolo tweet, l’engagement scende del 17%. I tweet con uno o due hashtag hanno il 55% di probabilità in più di essere retwettati.
Una differenza però è riscontrata negli annunci di Twetter, cioè nella pubblicità sul social. Infatti, nel caso di messaggio promozionale è meglio non inserire hashtag, che potrebbero portare gli utenti a cliccare altrove. Mentre è importante concentrarsi sulla “call to action”.
Instangram è un social basato a livello di scrittura solo sugli “#”. E’ l’unico caso in cui si può abusare di questa forma di comunicazione.
Le interazioni più alte sono quelle che avvengono con i post che contengono più di 11 hashtag. Pertanto, quest’ultimi rappresentano il modo migliore per costituire un folto gruppo di “seguaci”.
Su Facebook i post senza “#”hanno più visibilità rispetto a quelli che li contengono. Una ricerca condotta da EdgeRank Checker ha scoperto che utilizzare gli hashtag su Facebook ha effetto zero sulla portata di un post. Probabilmente la soluzione migliore è quella di utilizzarne pochi e pertinenti.
Quello che possiamo desumere è che non ha alcun senso “etichettare” ogni singola parola in un post e che gli hashtag devono essere congeniali ai nostri obiettivi di comunicazione.
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