Giada Gibilaro | Parole O_stili
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Parole O_stili

23 Feb Parole O_stili

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In rete sta crescendo sempre di più il fenomeno delle “fake news”, spacciate per reali. Questo ingenera un maggior odio verbale, di cui i social media stanno divenendo la casa. Negli ultimi mesi si sta registrando un risentimento sociale molto forte nei confronti di personaggi famosi, specialmente politici ed Istituzioni. Se si esamina una pagina social di un politico qualsiasi, ci si rende conto che basta che questa persona scriva “buongiorno”, per attirare a se’, frasi di odio profondo, che arrivano a divenire, in alcuni casi, anche minacce di morte. Non importa chi si è realmente, cosa si faccia nella vita, se del bene o del male, quello che non va bene è la popolarità. Bisogna lavorare per combattere l’idea di un web negativo. Il 70% dei cittadini ritiene che si sia superato il livello di guardia per quanto riguarda l’odio in Rete. Nonostante l’86% dei giovani pensa che i social non vadano presi troppo sul serio, quasi la metà crede che l’hate speech sia un problema.
Sicuramente il collegamento tra fake news e odio, merita attenzione e riflessione da parte di tutti gli operatori del settore comunicazione, dai giornalisti ai social media manager.
Quasi per ricreare una nuova fiducia nel popolo del web, è nato il progetto “Parole O_stili”, i comandamenti contro l’odio on line.
Parole O-Stili è stato presentato da pochi giorni a Trieste, alla presenza di alcune autorità e personaggi famosi come Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, Deborah Serrachiani, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Gianni Morandi.


Il Manifesto della comunicazione non ostile è nato su base democratica, partendo dalle proposte giunte in rete dagli utenti. In totale erano circa 250, evidentemente troppe per essere enunciate, e dunque di conseguenza accorpate in 23 principi. Di qui, si è proceduto a votazione online sul sito dell’organizzazione: i primi 6 sono stati scelti direttamente dal popolo del web, mentre i restanti 4 sono stati selezionati dagli organizzatori di Parole O-Stili.
Il Manifesto: «1) virtuale è reale, dico o scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona; 2) si è ciò che si comunica, le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano; 3) le parole danno forma al pensiero, mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso; 4) prima di parlare bisogna ascoltare, nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura; 5) le parole sono un ponte, scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri; 6) le parole hanno conseguenze, piccole o grandi; 7) condividere è una responsabilità, condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi; 8) le idee si possono discutere . Le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare; 9) gli insulti non sono argomenti, non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi; 10) anche il silenzio comunica, se la scelta migliore è tacere, taccio».

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