Giada Gibilaro | La SocialMediAbility delle aziende italiane
15540
post-template-default,single,single-post,postid-15540,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-theme-ver-6.3,wpb-js-composer js-comp-ver-4.3.5,vc_responsive

La SocialMediAbility delle aziende italiane

04 Apr La SocialMediAbility delle aziende italiane

Share

L’Osservatorio Social Media Marketing dell’Executive Master SDC della IULM ha realizzato un interessante studio sulla “SocialMediAbility“, cioè su come le aziende italiane usino con competenza i canali social per attività i marketing, comunicazione e relazione. Il campione utilizzato è di 720 imprese.

I settori analizzati sono stati: arredamento, bancario, food & beverage, hospitality (alimentare) e moda. Sono stati studiati: i tassi di penetrazione dei vari social, i social media più usati, le strategie di content management adottate su di essi, lo storytelling generato sui canali adottati e i livelli di efficacia raggiunti.

Sito web

E’ emerso che il sito web è una realtà acquisita. Il 75% del campione analizzato ne ha uno. Ciò che cambia sono le dimensioni e la cura dello strumento. Mentre le grandi aziende del settore alimentare e le banche sono “all’avanguardia”, le PMI presentano siti desueti e nella peggiore delle ipotesi ancora non sono dotate di una pagina web. Sicuramente, questa disparità è collegata a una motivazione di carattere economico.

headerimg1

Presenza sui social media

Dal 2010 al 2015 si è registrato un importante incremento dell’uso dei social. Sono le banche in questo caso a primeggiare (96%) , avendo aperto almeno un canale social, seguite da arredamento (79.2%) e moda (75.5%). E’ da sottolineare un dato: alcune PMI hanno preferito aprire un canale social, al posto di un sito internet, sicuramente perché appare più a basso costo (poiché non si considerano i costi per una corretta gestione). Quando esistono contemporaneamente sito e social, sono integrati: l’82% dei siti presenta link ai social media.

tutti i soocial

I social più usati

Il re dei social è Facebook, adottato dal 79% del campione, seguito con notevole distanza da Google Plus e Youtube (parimerito al 55%), linkedin e Twitter. Instagram, sebbene la sua crescente popolarità, è ancora sottostimato dalle imprese.

La moda è la più presente sui social più “visual”, quali Instagram (74%) e Pinterest (58%), ma primeggia anche su Twitter (68%), mentre su LinkedIn sono le banche le più presenti (77%).

Le pagine più aggiornate sono quelle delle aziende b2b, di quelle alimentari e delle banche.

Indice SocialMediAbility

I parametri di cui è composto l’indice sono: orientamento; attenzione/cura (gestione); reachness e general engagement (che insieme misurano la performance); caring (ovvero le attività di customer care). L’indice medio complessivo delle aziende monitorate è 2.5, valore che, ovviamente, sale a 4 nelle aziende con almeno un canale social. Nel confronto tra aziende B2B e B2c sono le seconde a prevalere, anche vista la quasi assenza della dimensione del caring nel caso delle prime.

Questi dati indicano una crescita generale non solo quantitativa (presenza), ma anche qualitativa (come capacità di engagement e caring). Tuttavia le piccole e medie imprese e il settore B2B devono riposizionarsi in termini di comunicazione, affinché il loro ritardo non si tramuti in perdite economiche collegate ai vantaggi di business dati dai media digitali.

Indice socialmediability

Share
No Comments

Post A Comment