Giada Gibilaro | Immigrazione e comunicazione
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Immigrazione e comunicazione

14 Set Immigrazione e comunicazione

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Il forte fenomeno migratorio da alcune regioni dell’Africa e dalla Siria in Europa è, ormai, la notizia principale di notiziari, quotidiani, programmi di informazione e non solo.

Di certo non desidero, per mancanza di approfondite conoscenze socio- politiche, eseguire un esame di quello che si potrebbe fare, si sta facendo e si sarebbe potuto fare. Appaiono evidenti, senza nessun tipo di retorica, due punti: il primo è che se si ha zero, avere mezzo- il mio professore di filosofia del liceo metteva come voto “mezzo”: a metà tra lo zero e l’1- è meglio del nulla. Il secondo è che nel Vecchio Continente non eravamo e non siamo tutt’ora preparati a questo flusso umano. Solo la storia potrà risolvere i quesiti sul futuro.

Quello che voglio fare con questo post, invece, è analizzare il fenomeno dal punto di vista della comunicazione, evidenziando i maggiori filoni di espressione.

L’evangelizzazione

In Italia la morale “dominante”, come ben sappiamo, è quella cristiano- cattolica. L’appello di qualche giorno fa di Papa Francesco a che ogni Parrocchia adotti un migrante, ha trasformato improvvisamente numerose persone indifferenti al problema in volenterosi “accoglienti”. In un servizio del TG1 una giornalista chiedeva ai passanti se avrebbero ospitato un migrante in casa dopo il messaggio del Papa. Tutti gli intervistati hanno risposto di “si”. Papa Francesco è un grande comunicatore e dietro ogni comunicazione c’è una strategia. E quella da lui adottata è andata a colpire proprio la nostra morale, molto spesso più fondata sul perbenismo che su un esame di coscienza. Ma forse vogliamo tutti un po’ di Paradiso nell’eternità.

La campagna/propaganda elettorale

Sprezzanti e senza troppa morale sono i messaggi invece mandati dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Vanno a colpire direttamente le paure inconsce, e neanche troppo, dell’animo umano. Ognuno di noi ha paura di perdere le proprie certezze. Parlare di migranti che ci tolgono gli alloggi, il lavoro e la salute sopratutto in un contesto storico caratterizzato da crisi economica e mancanza di lavoro è sicuramente una bomba emotiva. La strategia è naturalmente politica. Queste tattiche portano ad un aumento dell’elettorato fino a un massimo del 14%-20%, dati dimostrati nelle ultime elezioni regionali.

“A casa loro”

Una sorta di evangelizzazione alternativa è quella del “non ti aprirò la porta, ma se torni a casa ti aiuto”. Questi sono i messaggi che nascono da un mix tra le altre due fenomenologie comunicative. Traspare l’indecisione tra la non accettazione e la pietas umana. Sempre in questa corrente vi sono coloro che chiedono di trattare con i leader di quelle terre a che blocchino le migrazioni. … Peccato che in quelle terre non ci siano più governanti con cui confrontarsi.

“L’Istat”

Ci sono poi esponenti politici e opinion leaders che trasmettono messaggi basati sulla densità demografica e le nascite. Sono coloro che valutano l’arrivo dei migranti positivo, perché potrebbero nascere nuovi bambini in Italia (sebbene non sarebbero bambini italiani, non esistendo lo ius soli) e col tempo avere una popolazione “simile” all’americana, costituita da un melting pot di etnie….. Ma forse per questo dovremmo aspettare un bel po’ di generazioni.

I “siamo tutti immigrati”

Sono coloro che esprimono il loro incondizionato assenso, sottolineando che il nostro popolo è stato migrante soprattutto dopo la seconda guerra mondiale,  alla presenza di migranti sul nostro territorio, postando e condividendo foto (vedi il bambino siriano morto sulla spiaggia turca) e “urlando” il proprio dissenso verso questa società. Purtroppo, a volte manca la vera cognizione di causa su quello che accade e di certo non è un post su un social a risolvere il problema.

Credo che comunicare queste tematiche non sia facile, ma non dovrebbe essere neanche strumentale a determinati obiettivi.

Sarebbe importante fare una campagna di informazione reale sia a “casa loro” delle difficoltà reali che si possono verificare in un trasferimento in Europa sia a “casa nostra” sugli effetti reali che la migrazione può arrecare.

“L’uomo si distrugge con la politica senza princìpi, col piacere senza la coscienza, con la ricchezza senza lavoro, con la conoscenza senza carattere, con gli affari senza morale, con la scienza senza umanità, con la fede senza sacrifici.” (Ghandi)

Questo post non contiene immagini, per non urtare la sensibilità di nessuno.

Buona settimana

Giada

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